In my blog

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mercoledì 7 settembre 2016

Nel fosso



Vivo sepolto in un buco disperso.
Ho scavato a mani nude nella terra arida, solo per fuggire.
Non riesco a raggiungere una via d'uscita.
Il buio annebbia la mia vista, da tempo non vedo la luce... da tempo non scorgo più nulla!
Ho consumato le unghie, graffiato le dita, tormentato la pelle!
Cercavo con tutte le mie forze di fuggire... non perché volevo vivere, e nemmeno perché avevo paura ma perché era un'ingiustizia essere rinchiuso lì per mano di chi mi aveva dato la vita.
Genitore, si dà per scontato che dopo aver dato la vita al figlio cerchi di preservarne il futuro ma così non è. Al mondo esistono genitori che scavano fosse per lanciarci i figli: fosse talmente profonde che è un'impresa eroica uscirne.
Quando ti svegli e ti trovi in quel fosso, sei già morto... morto dentro!

domenica 4 settembre 2016

Vivida consapevolezza di essere un'involucro di sogni, a volte reali altre infrante.
Lurida idea di povertà in una modestia che non sussiste.
Dannato senso di viltà per cui troppo spesso ho taciuto.
Ultimo sospiro di coraggio che afferra tutto quello in cui credo.
Strano slancio di euforia che spesso non riesce a sfiorare l'allegria.
Piccolo, livido, insignificante bocciolo che vorrebbe fiorire in libertà.

venerdì 2 settembre 2016

Sfiorare i sogni


Quel suo ossessivo bisogno di sognare,
Quel dolce profumo di vitalità,
Era così e ne sono fiera, nonostante spesso non l'avevo compreso!
Mia figlia Karol era una ragazza piena di vita, immersa in sogni e progetti molto più grandi di lei. Certe volte la consideravo una bambina che esagerava con capricci esasperanti.
Quante volte le avrò detto che per quanto cantasse bene il suo sogno di andare in America e trovare la sua strada lì non era verosimile!
Per anni le ho ripetuto che non era solo questione di soldi, che non c'entrava nulla l'impegno che poteva o non poteva metterci. Le ripetevo che non sarebbe servito provare e riprovare: era un paese nuovo, grande il doppio del nostro, pieno di altre ragazze che vogliono emergere.
Non servì. Karol era proprio testona!
Riuscì a convincerci a mandarla in America.
Poté visitare New york, Miami, non ricordo quale città del Minnesota e chissà quanti altri posti che avrà infilato per mesi nei suoi racconti.
Ha subito un furto e fatto amicizia con dei tipacci nel suo viaggio. Non ha trovato nemmeno un barlume di occasione, né é riuscita nemmeno ad avvicinarsi a un minimo piccolo spiraglio di sogno.
Però è tornata, si è divertita ed era felice.
Quel viaggio la rese felice, poteva dire di aver realizzato una parte del suo sogno: vedere l'America!
Fu una consolazione per me, perché Karol morì per un incidente qualche mese dopo essere tornata dall'America, la sua ultima gioia era
 stata aver seguito i suoi sogni... o almeno averci provato.
Vi racconto questa storia per farvi capire che bisogna vivere senza pensare troppo, buttarsi a capofitto nei sogni cercando di aggrapparli con mano. Non ci sarà rammarico se la vostra mano non riuscirà ad afferrarli perché perlomeno l'avrete allungata per sfiorarli!!!