In my blog

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mercoledì 18 novembre 2015

L'angelo e la morte.




Tutta una nuova prospettiva dal resto del mondo.
Una visione profonda e complessa su cosa fosse e non fosse la vita.
Il vecchio Fojak aveva sempre vissuto in simbiosi col mondo... sempre a guardare con gli occhi, raramente con l'anima, giudicando ogni cosa e concentrandosi sul proprio concetto di felicità.
Ora era vecchio, brutto e zoppo. Non aveva nessuno se non quel figlio che viveva oltre oceano. Niente. Nulla per cui svegliarsi al mattino e nulla per cui provare un po' di soddisfazioni alla sera.
Una notte qualcosa risveglió la sua anima assopita dalla monotonia.
Era una tranquilla notte d'agosto, nall'aria vi era Una leggera umidità che di certo avvisava del clima torrido che sarebbe seguito. Dalle tende soffiava un piacevole venticello e la tv copriva perfettamente l'assordante silenzio delle vecchia casa.
 Fojak era in mutande sul divano. Proprio come ogni domenica sera. La barba un po' ispida e la fronte sudata.
Sussultò ad un rumore.
Si alzó ed imprecando avanzó sino alla finestra.
Era il solito gatto che rovistava nel suo bidone!
Battendo le dita sul vetro l'uomo lo minacció come se la bestia potesse capire le sue parole.
E le capí. Il gatto sfrecció via.
Soddisfatto il vecchio si giró vecchio verso il divano.
Gli sembró di vedere un'ombra. No, non gli era sembrato ne era quasi certo.
Notte nervosamente si toccó la testa pelata (o quasi). Si sentiva come un vecchio che aveva appena visto qualcosa di inspiegabile.
Decise che era l' ora di andare a dormire.
Il sonno fa brutti scherzi! Davvero brutti si disse il vecchio Fojak.
La scala che portava alla camera da letto alla penombra della tv era cupa. Per questo Decise di accendere il lume.
La luce che dissolve le tenebre e le paure si suol dire... e che fare quando questa illumina cose che mai vorresti vedere?
 Fojak ad esempio urló. Voció con tutta l'anima facendosi bruciare il fiato in gola.
Un corpo di donna, giovane e bella. Un volto soave, le guance rosee e delle fossette infantili. Un dolce angelo.
Una bella visione generale se non fosse per la peculiarità di vederle attraverso!
Sì, di certo viste le ali Fojak sapeva che si trattava di un angelo ma perché i suoi occhi gli avevano trasmesso terrore puro?
Forse rimane una consolazione la storia che la morte sia una figura ammantata di mistero e paure, forse é più traumatico trovarsi un divino angelo dall'aspetto sereno e l'espressione grave.
L'angelo non parlò.
Nei suoi occhi il buon vecchio Fojak vide tutti i peccati che aveva commesso nella sua vita. Una sensazione straziante che tormentava il cuore.
Quegl'occhi meravigliosamente azzurri ylo avevano afferrato, imprigionato e cominciavano ad ossessionarlo.
L'aria gli veniva a mancare e il battito del cuore era accelerato.
Un fremito lo spronava a parlare. Fojak Non riusciva a percepire se avesse o no mosso le labbra.
L'azzurro di quegl'occhi diveniva ogni attimo più acceso. Fiamme si facevano spazio dal fondo di quell'oceano di dolce dolore. Fiamme sempre più grandi e
impetuose.
A Fojak sembrava di sentire il loro calore sulla pelle. Un dolore lancinante al petto.
Riuscì a muoversi ma solo per cadere a terra. Seduto sul vecchio pavimento con gli occhi fissi su quel tormentato sguardo.
L'angelo era fermo, quella seta che le copriva le zone intime e quegli zigomi statuari. Dai suoi occhi ora stavano sgorgando lacrime calde.
Lacrime versate per suoi peccati pensò Fojak.
Le palpabre si stavano chiudendo e la bocca liberò un ultimo flebile sibilo. Dopo il buio.
La tv ancora accesa era sintonizzata ora su un canale di televendite.  Il lume ancora acceso ad illuminare solo una stanza silenziosa e un uomo a terra.
Un uomo che era morto di attacco di cuore nella solitudine di una vita ormai vuota. Senza amici né compagna... sua moglie era andata via molti anni prima dopo che luo stesso l'aveva picchiata.
All'improvviso un'altra possibilità ed il ritorno a vivere.
Dio! La prima boccata d'aria rinvenendo è davvero un dono di Dio!
Rinvenuto dopo essere morto Fojak aveva visto i suoi peccati e le sue mancanze negl'occhi paradisiaci di una bellissima donna angelo ma a dir il vero non era cambiato molto.
Per il resto dei suoi pochi anni il vecchio uomo non si riavvicinò al figlio, né all'ex moglie. Non fece beneficenza e neanche buone azioni. Fojak si limitò a godersi la vita con più intensità attorniandosi di amici e conoscenti. Viaggiò e molto anche!
Alla fine morì due anni dopo di cancro al cervello... imparabile sin dall'inizio della malattia.
Sel letto di morte ringraziò un invisibile angelo per averlo esortato a godersi la vita.
"Grazie di avermi mostrato quel'era per me il significato di Vivere" le sue testuali parole.